COVID 19 ISOLARE IL PANICO – La Gazzetta del Mezzogiorno

In questi giorni così delicati in cui ogni pensiero è già stato espresso e tutte le parole sono state già scritte, risulta particolarmente difficile esporsi con una riflessione sul tema “Coronavirus”. Sentiamo dire che bisogna tener conto solo delle fonti ufficiali eppure sembra impossibile concludere una giornata senza aver alimentato noi stessi quel grande vortice emotivo che si fa sempre più minaccioso. Non mi riferisco al virus identificato come COVID19, quanto piuttosto agli effetti psicologici che questa inaspettata epidemia porta insieme a se. In tutta la nazione sono state adottate misure di prevenzione, misure restrittive e sono stati diffusi protocolli che indicano come comportarci. Nonostante sia stata adottata una linea comune e incisiva, l’effetto del virus a livello psicologico è però molto potente e il risultato è che sembra molto difficile se non impensabile affrontare questa emergenza in un modo più sereno.

Cosa succede dunque a livello psicologico, quando ci troviamo a vivere situazioni così imprevedibili e così più grandi di noi? La prima risposta a livello emotivo è senza dubbio un incremento della paura. La paura è un’emozione primaria potente ed utile in quanto ci permette di proteggerci rispetto ai pericoli. Quanto più il fenomeno è nuovo, sconosciuto e raro, tanto maggiore sarà la nostra paura. In queste situazioni riconoscere il nostro stato d’animo e non negare la nostra preoccupazione ci aiuta anche a ridimensionare l’emozione. Non possiamo eliminare la paura in quanto questa è scaturita da qualcosa di reale e ci serve per orientarci verso soluzioni razionali, ciò che invece dobbiamo cercare di ridimensionare ed isolare in quanto pericolosa, è l’ansia da contagio.

L’ansia, a differenza della paura non è un’emozione primaria ma si scatena quando effettuiamo previsioni catastrofiche su eventi percepiti come pericolosi. I meccanismi dell’ansia sono molto più complessi e non conoscono razionalità. Nel caso specifico, l’ansia del contagio può portare ad episodi di razzismo e discriminazione, diffusione di odio e paura verso qualsiasi persona rappresenti un pericolo in un determinato momento. Quando un evento è significativo a livelli mondiali, anche le emozioni si contagiano, vengono distorte e amplificate nella massa. Nel caso che stiamo vivendo oggi, data la natura sconosciuta del virus, il “nemico” diventa chiunque, alimentando irrimediabilmente il vortice del panico. Il contagio emotivo induce erroneamente a pensare che il pericolo sia ovunque e crea una spinta ad agire e fare qualcosa pur di ridurre il livello di ansia. La conseguenza di tutto ciò è improduttiva in quanto favorisce l’incremento di maggiori livelli di stress e di comportamenti irrazionali, si può dire quindi che il panico aumenta il pericolo. Altri dati che possono aiutarci a affrontare razionalmente ciò che sta accadendo provengono dalla fisiologia. Le aree del cervello che gestiscono le emozioni sono allo stesso tempo collegate agli ormoni ed al sistema immunitario: continuando a pensare incessantemente al virus si viene a creare una sorta di dipendenza dalla paura che indebolisce il nostro sistema immunitario.

Che fare dunque? È importante essere attenti e prudenti rispettando le norme di prevenzione, ma allo stesso tempo rimanere lucidi evitando la ricerca compulsiva di informazioni! E’ irrazionale e molto pericoloso pensare che ogni persona possa essere contagiosa, perché questo ci porta ad evitare qualsiasi contatto col mondo esterno, isolandoci e rendendoci (paradossalmente?) più fragili. È importante continuare a dedicarsi ad attività piacevoli concedendosi dei momenti per sé che possano favorire benessere ed alleviare lo stato di tensione e paura. Infine ciò che non possiamo dimenticare è la natura sociale dell’uomo, citando Albert Einstein  “se consideriamo le nostre vite osserviamo, ben presto, che quasi la maggior parte delle nostre azioni e dei nostri desideri è collegata all’esistenza di altri esseri umani” e questo rimane valido anche in un momento tanto teso e delicato come quello che stiamo vivendo oggi.