Giornate lunghe e tutte uguali? Questo “tempo sospeso” di quarantena ci servirà – Ambient & Ambienti

C’è chi scrive la lista delle cose da fare a quarantena finita. Chi contatta amici ed ex che non sentiva da anni. E chi fa sogni assurdi. Ma anche il ritorno alla “normalità” non sarà semplice. Gli effetti dello stare a casa sono molteplici e diversi, in base alle persone, ma ci sono punti in comune. Li abbiamo analizzati con la psicologa Elena Damato, tra riflessioni e suggerimenti

“Giorno di quarantena numero… non mi ricordo”. Sono numerosi i video o i messaggi, postati sui social o inviati agli amici, che partono così. Perché i giorni sembrano somigliarsi sempre più, tra chi perde la cognizione del tempo e chi lamenta una insopportabile routine. La restrizione forzata a casa sta avendo – e avrà – effetti anche sulla psiche. Inutile nascondersi. A cominciare proprio dall’incapacità di “organizzare” la giornata: «Il weekend non è più distinguibile dal resto della settimana, il mondo fuori dalla finestra sembra come ovattato. La sensazione che accomuna molti di noi – spiega Elena Gaia Damato, psicologa clinica, specializzanda in Psicoterapia Familiare – è quella di vivere un tempo sospeso, un tempo quasi vuoto e inutile perché non può essere utilizzato come eravamo soliti fare».

 

La gestione di tempo e spazio

In sostanza, cambia la gestione del proprio tempo, degli spazi e anche obiettivi e finalità si modificano. «Sino ad un mese fa – sottolinea la dr.ssa Damato – eravamo abituati a vivere le giornate programmando ogni ora, riempiendo le settimane di innumerevoli impegni per poterci sentire soddisfatti. Possiamo dire che finora abbiamo misurato il tempo principalmente in base a quanto abbiamo prodotto: quanto ho lavorato, quante cose ho imparato, quali cose ho programmato e così via. Oggi, che il solito modo di vivere il tempo viene meno, ci sembra quasi di essere intrappolati in una grande bolla le cui pareti sono costituite da un tempo vuoto ed incerto. Il Covid-19, minuscolo virus, ha letteralmente stravolto le nostre vite».

 

Le emozioni

Ma se quello attuale sembra il tempo della noia, il tempo della lentezza, della rabbia, della tristezza e della paura, e che farne dunque di questo tempo così negativo e renderlo piacevole o costruttivo? «Siamo cresciuti in una società che non è abituata a sentire e mostrare le emozioni negative. Ci siamo sforzati a lungo per cercare di mostrarci sempre forti, capaci, sorridenti ed entusiasti, nascondendo e sfuggendo a quella grossa ed importante fetta di emozioni che identifichiamo come negative, ma che fanno parte di noi».

 

Ed è così che arriviamo ad oggi nel bel mezzo della pandemia che non solo ci sconvolge dal punto di vista sanitario ed economico, ma che rappresenta anche una minaccia dal punto di vista psicologico. «Tutte quelle emozioni che abbiamo cercato di tenere sempre sotto il piumone- sottolinea la psicologa barlettana -, oggi vengono a galla diventando i nostri coinquilini in questi giorni di quarantena. E adesso che non abbiamo più tanti escamotage per evitarle, ci tocca sederci insieme al mattino e farci colazione oppure chiacchierarci un po’ alla sera prima di dormire».

 

Gettare giù la maschera

Non possiamo uscire, non possiamo svagarci andando al cinema o a sentire dal vivo concerti di musica, non possiamo viaggiare, insomma non possiamo scappare. Questo nuovo tempo non possiamo eluderlo però possiamo attraversarlo così come dobbiamo attraversare e lasciarci attraversare dalle emozioni “negative” per poi lasciarle scorrere via.

 

«Che sia questo il tempo per poter tirare giù le maschere che indossiamo quotidianamente, per poterci scoprire tutti ugualmente fragili, spaventati e bisognosi l’uno dell’altro. Che diventi questo un tempo fertile, per scoprire ed imparare nuove forme di condivisione non più solo digitali ma più profonde, imparando che si può essere affettivamente molto presenti nonostante le restrizioni materiali. Non è un caso che in questi giorni ci ritroviamo a contattare più spesso anche quelle persone che non sentivamo da tempo e che non fanno parte della nostra quotidianità. Oggi finalmente abbiamo il tempo per farlo, abbiamo un tempo che ci spinge un po’ di più a chiederci come stanno gli altri, un tempo sospeso ma altruista. Facciamo in modo che questo sia il tempo della condivisione, della creatività e della solidarietà, aiutarsi a vicenda, in questo momento è un ottima strategia per sentirsi utili ed interconnessi».